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Posts Tagged ‘roma italia lab’

“Bei tempi quando i giornali li portavano i cavalli, era tutto più semplice.”.

16.04.2012

Teatro & Critica.

“Dal Circo romano alle stagioni chiuse in primavera”

17.04.2012

Roma Italia Lab.

“Nano Egidio, dalle fiabe al Palcoscenico”

23.04.2012

Teatro & Critica.

“Viva l’Italia, l’Italia che resiste. I consigli della settimana teatrale”

25.04.2012

Universy.it

“Il Nano Egidio e il teatro di serie B”

<<Se tra due amici uno dicesse all’altro “Andiamo a vedere uno spettacolo con un omicidio e un investigatore che indaga” penso che l’ultima cosa che verrebbe in mente sia una messinscena come quella creata da Marco Ciccotti.
Non è semplicemente uno spettacolo comico che fa la parodia ai noir e gialli, il nano Egidio presenta una demenzialità che spesso spiazza.
“Ma è uno spettacolo ‘bello’ o ‘brutto’?” scommetto che qualche spettatore più ‘’impegnato’’ si potrebbe porre questa domanda addirittura pronto ad aprirne un dibattito; a mio avviso questa è la prova del nove che è improprio parlare di ‘’bellezza’’ o ‘’bruttezza’’ per spettacoli teatrali; come lo stesso Ciccotti ha detto in un’occasione precedente: questo è teatro di serie B.
Non è un caso, infatti, che tutta una serie di film a basso costo un tempo considerati ‘’brutti’’ ora sono addirittura dei cult e osannati specialmente dopo il pubblico apprezzamento di guru del cinema o Tarantino di turno; e perché per il teatro non potrebbe valere la stessa cosa?

Simposi sul valore artistico a parte, il Nano Egidio è uno spettacolo che offre un tipo di comicità originale, non ha una morale che vuole lasciare al pubblico ma solo far ridere; e forse è molto meglio così rispetto a tantissimi altri tentativi in circolazione di tirar fuori uno spettacolo comico ma che poi diventano patetici.>>

13.12.2012

Stati d’Eccezione

“Diario del Tempo e Non qui, non ora”

“Anche le performance estemporanee, fuori programma, trovano spazio nella fitta programmazione di «Perdutamente». Forse prendendo spunto da Andrea Cosentino, autore di una performance parassita con un Artaud accattone ai margini delle strade dei festival, Marco Ceccotti e Francesco Picciotti, con Dario Aggioli come guest – tutti e tre con Cosentino hanno collaborato – si sono ritagliati dieci minuti di performance nel foyer. Nessuno li aveva invitati, né Lavia (il loro nome non spicca tra le 18 compagnie) né gli artisti della Factory. Ma tutto ha seguito comunque il suo corso. La performance “Il paradosso dell’attore 2000″ consisteva in un piccolo servizio a pagamento: Dario Aggioli si è reso disponibile a prendere schiaffi dal pubblico a pagamento: fino a 2 euro per un buffetto, 4 per uno schiaffo serio, 8 con maggior veemenza, 10 un pestaggio in piena regola. Risa, diffidenza, curiosità: il primo a buttarsi con energia è una vecchia conoscenza del teatro di innovazione, Simone Carella. Altri seguono, tra l’incredulo e il divertito. Qualche soldo tintinna nelle casse da artisti di strada di Ceccotti, Picciotti e Aggioli. Poi le porte delle sale si schiudono e Perdutamente riprende il suo corso.”

22.01.2013

Teatro & Critica

“Il Nuovo Corso del Teatro Tordinona – Conversazione con Dario Aggioli”

Dell’esperienza molto particolare di Riunione di Condominio – il rapporto intimo tra pubblico e artisti, l’approccio radicale alla professione teatrale con il pagamento dell’artista “a cappello”, solo per fare alcuni esempi – cosa riuscirai a riportare qui al Teatro Tordinona?

Onestamente penso nulla, purtroppo. Qui non non ho la libertà che avevo a Riunione: ho un’esperienza diversa, uno spazio diverso. Lì mi potevo permettere di avere un certo rapporto col pubblico dato non solo dalla vicinanza al palco ma dal fatto che, attigua alla sala teatrale, ce n’era un’altra in cui si beveva insieme, si rideva insieme. Potevo essere informale, qui siamo in uno spazio formale e farlo diventare informale all’inizio è un processo complesso. Ma è anche il mio obiettivo. Devo riprodurre qui quella vicinanza, quella prossimità che c’era a Riunione tra pubblico e palcoscenico. È molto difficile sradicare le sedie del teatro però vorrei che il pubblico si sedesse, che sradicasse le sedie, però sedendosi.
Ho alle spalle, davanti e a fianco una persona molto più grande di me con un’esperienza totalmente differente che è Ulisse Benedetti, ma vorrei che rientrasse nel progetto anche Simone Carella, altra persona che stimo in modo immenso – ho sempre detto che volevo essere lui da grande. Partiremo in un teatro che non è pronto, ma partiremo comunque. Probabilmente noi siamo in grado di partire comunque. La forza probabilmente sarà questa passione che ci farà cominciare. Forse partiremo senza meta, perdendoci.

26.01.2013

Teatro & Critica “Detriti della Roma sommersa – Il Teatro Subacqueo”

“Si presentano già dispersi, sgretolati, i sassi del Nano Egidio, ensemble qui formato da Marco Ceccotti, Simona Oppedisano e Francesco Picciotti che nel foyer del teatro “disturbano” con piccoli frammenti spettacolari dedicati all’interazione con un pubblico divertito che ascolta le storie di teatranti smarriti nella loro ricerca di “fare” gli artisti, dimenticando di esserlo. Il Nano Egidio, nato da un incontro nell’ultima edizione del progetto Argotmentando e che ha attraversato gli angoli di molti teatrini romani, si pone come obiettivo quello di scardinare e prendere in giro certi meccanismi del sistema teatrale e lo fa con una certa brillantezza ancora forse non matura, ma che promette buone prospettive in termini di ricerca linguistica e ideativa…”

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